Material Design: diminuisce il gap tra mondo reale e digitale

A giugno del 2014, Google presentò al mondo il Material Design. Con questa espressione si indica un nuovo “linguaggio” visivo creato per rendere più realistiche possibile le interfacce grafiche di smartphone, tablet e computer. In altre parole, l’obiettivo del Material Design è colmare il gap tra il mondo reale e quello digitale, migliorando l’esperienza dell’utente durante l’utilizzo di un sito o di un’applicazione.
“Materiale” non è un termine scelto a caso, bensì una metafora del nuovo modo di intendere le interfacce grafiche: sempre più vicine agli oggetti reali, palpabili e materiali. Proprio come gli oggetti che tutti i giorni tocchiamo, quindi, con il Material Design ogni elemento ha una superficie tangibile, uno spessore e un’ombra. Questo perché il nuovo stile adottato da Google ha introdotto i concetti di tridimensionalità e profondità.
Utilizzando un’interfaccia grafica realizzata con il Material Design, poi, si notano animazioni “intelligenti”, che seguono fedelmente le intenzioni dell’utente mentre effettua una certa operazione (ad esempio il tocco per aprire una finestra o per attivare un pulsante).
La rivoluzione apportata da Google grazie al Material Design riguarda anche gli altri aspetti di un’interfaccia grafica, a partire dalle icone. Contrariamente a quanto ci si possa attendere da uno stile innovativo come questo, le icone sono “minimal” e lineari e fanno subito capire all’utente il loro significato. Anche i colori sono semplici e vivaci, mentre il font Roboto creato da Google è perfettamente leggibile da ogni dispositivo.
Il Material Design, dunque, rappresenta un punto di svolta nel modo di concepire il web e il mondo mobile: sempre meno virtuali, e più materiali. Insomma, più vicini alla realtà di tutti i giorni.