La keyword density, un tempo ritenuto fattore premiante
Le ultime tecniche SEO seguono la tendenza dei motori di ricerca a premiare i contenuti di qualità. La key density, un tempo ritenuto un fattore primario per essere in cima alle SERP, oggi ha perso progressivamente importanza a favore di altri parametri.
La key density si esprime in termini percentuali e indica quante volte una keyword compare all’interno di una pagina web. Se ad esempio in un testo di cento parole un termine è presente quattro volte, la key density sarà del 4%. In rete si trovano molti strumenti che calcolano la key density, semplicemente copiando e inserendo il testo da analizzare. Tuttavia, questo fattore SEO ha perso importanza: se agli albori del web i motori di ricerca premiavano una pagina con un’alta key density, oggi le cose sono cambiate. I nuovi e sofisticati spider usano altri parametri per valutare la qualità dei contenuti.
La prima caratteristica che deve avere un testo è la naturalezza. Scrivere una pagina in maniera fluida significa soddisfare le esigenze del lettore ed essere premiati da Google. Un testo creato solo in virtù delle parole chiave, invece, risulterà sgradevole e poco apprezzato dagli utenti del web. Ciò si tradurrà in un’alta frequenza di rimbalzo e in un basso numero di visite al sito.
La scrittura sul web, poi, segue delle regole diverse dal copywriting tradizionale. La difficoltà di leggere sugli schermi dei computer impone una sintassi diversa e una formattazione del testo più efficace. Ogni frase dovrà contenere al massimo 25-30 parole e avere una struttura lineare.
L’inserimento ad hoc dei grassetti e la divisione in paragrafi migliorerà l’indice di leggibilità.
Le regole per una buona scrittura sul web, infine, riguardano anche i cosiddetti microtesti. La scelta di titoli persuasivi e description che catturino l’attenzione degli utenti sono le carte vincenti per creare un testo interessante e premiato da Google.